Impossibile non aver provato almeno una volta nella vita il rum. In una serata con gli amici, può capitare di aver assaggiato un bel bicchierino, soprattutto in inverno, al fianco di un sigaro, piuttosto che godendosi la vista di un bel caminetto acceso o insieme a un pezzo di cioccolato fondente.

Una bevanda alcolica che è decisamente più diffusa rispetto a quello che si potrebbe pensare, soprattutto in quello che consumiamo e che finisce abitualmente sulle nostre tavole. Basti pensare come il rum viene utilizzato per la preparazione di un gran numero di cocktail, ma anche per realizzare diversi cibi in ambito culinario. Qualche esempio? Possiamo pensare ai cuneesi, ovvero dei dolcetti tipici piemontesi al cioccolato, oppure dei grandi classici come il babà oppure la torta Saint Honorè. Il rum viene spesso e volentieri impiegato anche per delle preparazioni salate, come ad esempio le zucchine in saor oppure il patè di fegatini di pollo.

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Come riconoscere un rum di qualità

pan style="font-weight: 400;">Proviamo a capire, quando si ha bisogno di un buon rum per qualche preparazione in cucina oppure anche solo per bere un bicchierino a fine serata, come orientarsi in fase di scelta, sia che si dovesse decidere di recarsi presso un supermercato oppure in un’enoteca.

Quali sono le differenze tre le varie tipologie di rum

style="font-weight: 400;">Un primo aspetto da tenere in considerazione per scegliere il tipo di rum migliore è sicuramente quello di comprendere le origini del Don Papa rum e degli altri rum più apprezzati, ma anche le differenze tra le tipologie più diffuse di questa bevanda. Il primo passo è quello di capire come funziona la produzione, dal momento che al giorno d’oggi il liquore non viene prodotto unicamente dalla melassa.

In modo particolare, nei Caraibi francesi viene realizzata una versione che si ricava grazie alla fermentazione del succo che si ottiene dalla frantumazione della canna da zucchero. In questi casi, si va a ottenere un rum agricolo e, nella maggior parte dei casi, si tratta di una tipologia di bevanda alcolica particolarmente complessa da ottenere.

Per realizzare un ottimo rum, serve fare riferimento non solo a delle materie prime di qualità, ma anche ad altri fattori che possono influenzare il risultato finale. Si tratta dei procedimenti che sono legati alla fermentazione e alla distillazione. Sia il sistema che viene usato che la durata di queste fasi del processo produttivo, condizionano notevolmente il tipo di rum che viene ottenuto, che può avere un sapore più o meno intenso ed aromatico.

Il tempo e il tipo di invecchiamento

ont-weight: 400;">Un altro fattore che fa la differenza nel momento in cui si ha la necessità di scegliere il miglior rum in base alle proprie esigenze è sicuramente quello legato sia al tempo che alla tipologia di invecchiamento. Per poter comprendere meglio questo aspetto, è importante conoscere cosa voglia dire quanto riportato da tre indicazioni in etichetta. Un rum che viene definito millesimato si caratterizza per essere un alcolico ricavato con un mix di prodotti che hanno la medesima annata di invecchiamento.

Quando si parla di rum blended si fa riferimento ad un alcolico che viene ottenuto grazie a un mix di distillati che hanno delle annate di invecchiamento differenti. In questa situazione, ecco che la data che viene indicata sull’etichetta si riferisce all’anno del rum più vecchio, quello più giovane oppure tale dato rappresenta una media degli anni di invecchiamento degli ingredienti che vengono utilizzati.

Quando si legge “metodo Soleras”, invece, si para di quel metodo di maturazione che viene impiegato per varie tipologie di alcolici, come ad esempio lo sherry e il marsala. Si tratta di una tipologia di rum che viene affinata in file di botti, che vengono collocate seguendo un sistema piramidale.